In questi anni si consolida la supremazia e l'egemonia senatoria su Roma, e ciò ovviamente a prezzo di un inevitabile scollamento tra le forze politiche e il resto della popolazione. Il nuovo rapporto tra masse e potere cambia in quanto non si può più governare in modo diretto l'intera cittadinanza romana (sia interna che esterna), dal momento che il suo numero è divenuto ormai enorme; Ma la crescita territoriale e quella finanziaria concorrono anche a creare una realtà più mobile e più dinamica, che mal si adatta alle concezioni oligarchiche patrizie. E da una tale trasformazione si deve partire per capire la reazione 'anti-borghese' del Senato romano, che lo porta ad azioni eclatanti come le accuse di immoralità e di frode fiscale ai danni dello Stato rivolte contro Scipione, accuse in seguito alle quali quest'ultimo sceglierà di ritirarsi a vita privata abbandonando la politica attiva. Se, insomma, questi anni vedono una espansione territoriale verso l'esterno davvero impressionante, vedono anche all'interno dello Stato l'accentramento dei poteri politici attorno al Senato. Dopo la vittoria contro la Macedonia di Filippo V si assiste in questi anni ad una prima forma di imperialismo consapevole di Roma, dettata dalla volontà di estendere il proprio potere e i propri territori: un proposito che trova origine nella "volontà di potenza romana" (esaltata dalle recenti vittorie) ma anche nel bisogno di rispondere alla crisi sociale, e negli interessi economici delle classi alte, soprattutto in quelli della classe commerciale dei cavalieri. La classe patrizia diviene egemone in politica, pur non rispecchiando più al tempo stesso da sola tutti gli interessi e le pulsioni della società romana: in questi anni avviene sì il suo trionfo, ma vi sono anche i primi segni di un suo scollamento politico dal tessuto sociale! Il Senato resterà dunque un'indiscussa autorità politica che, arroccata sui suoi privilegi, governerà con pugno di ferro sia Roma che le sue province. Sarà la nascita dell'Impero sotto Ottaviano a segnare la sconfitta di questo tipo di politica e dei suoi ideali, oramai palesemente inadatti a gestire la nuova situazione, caratterizzata da un numero sempre maggiore di territori e di persone da amministrare, da una maggiore mobilità a livello commerciale, dall'impossibilità insomma di un dominio - in stile nobiliare-arcaico - a senso unico e senza mediazioni (adatto invece a governare una regione più piccola e con un'economia fondamentalmente agricola).
Sarà più facile per voi rendervi conto dell'immensità dell'Impero Romano visitando le mappe aggiunte da Maria Cantaffa nel post precedente.
sabato 17 ottobre 2009
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secondo me questo senato è stata un pò la condanna per Roma perchè non si è mai capito a cosa veramete aspira durante tutte le fasi di governo.credo che non abbia ma avuto e dato stabilità a Roma.
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