lunedì 9 novembre 2009

crocifisso nelle scuole

ogni volta che Unione Europea o qualunque cittadino dotato di una certa autorità emette una sentenza contro la religione cattolica e i suoi simboli scoppiano le polemiche. In questo caso, si scopre che la corte di Strasburgo ha accolto il ricorso di una cittadina finlandeseche vive in Italia, secondo la quale il crocifisso andrebbe rimosso dalle scuole perchè simbolo specifico della religione cristiana, quindi non garantisce diritto di scelta della religione e non salvaguarda la laicità dell'istituzione scolastica. Quali sono le reazioni? Il Vaticano si dice indignato, il governo annuncia ricorso e anche da sinistra, i più moderati, dicono che la presenza del crocifisso non da fastidio a nessuno. Si è arrivati ad un punto di scontro tra laici e cattolici. Bisogna essere consci di vivere in un paese laico, sulla carta, ma dove il cristianesimo di fatto condiziona ancora le tradizioni e la cultura.
Questa è una delle tante opinioni...voi che ne pensate?

7 commenti:

  1. Beh che la religione condizioni gli uomini è un dato di fatto ma ancor più palese è quanto la chiesa influenzi .. fin dai tempi più antichi, fin da quando l'istituzione chiesa ha cominciato ad amare il potere e ha iniziato a manifestare l'intenzione di voler governare uno stato, un paese, una città, gli equilibri iniziarono a vacillare. Coloro che si dicevano profeti (papi, cardinali, vescovi..) in realtà erano tiranni, erano persone che miravano ad i propri interessi e guadagni.. la chiesa non è mai stata la casa di Dio, semplice e povera. E'stata sempre una chiesa a cui non bastava il suo potere temporale, una chiesa corrotta, una chiesa che ha sfruttato sempre la fede di uomini influenzabili e facilmente corruttibili per i propri interessi. Allora il crocifisso in realtà non è realmente un problema, non deve essere imposto certo ma non si è neanche obbligati ad abbolirlo. E' in noi stessi che dobbiamo ricercare la fede e il Dio in cui diciamo di credere. Non penso che a quest'ultimo importi di un crocifisso, nel mondo ci sono cose peggiori su cui riporre l'attenzione. E poichè crediamo in un Dio buono e non stupido questo avrà certo la capacità di capire che ci sia o non ci sia il crocifisso non è poi molto importante. Possiamo dimostrare di credere in Dio in altri modi, vivendo, ad esempio, secondo morale e non ledendo le persone che ci circondano. Quindi il mio pensiero è che viviamo in uno stato laico ed essendo tale sono le persone che lo abitano a decidere in cosa credere, e nel momento in cui un ragazzo, di religione diversa dalla nostra, mostrerà disagio a causa della presenza del crocifisso in classe allora sarà compito della stessa assicurarsi che questo sia spostato o rimosso, perchè non sarà l'assenza del crocifisso a far venir meno la fede degli uomini.

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  2. Coloro che desiderano esporre il Crocifisso nei luoghi pubblici non devono farlo né per opportunismo, né per ipocrisia. Ma come segno del dolore di ogni uomo. In un mondo in cui i segni sono tanti, il segno della croce obbliga ad alzare lo sguardo, a riconoscere l'appartenenza ad una civiltà nata dal cristianesimo. Anche coloro che non sono disposti ad accettare il Crocifisso per motivi religiosi, dovrebbero ugualmente condividerne l'ostensione almeno per evidenziare i contenuti umanitari che quella realtà esprime. Le soluzioni vanno cercate in un clima di mutua collaborazione.

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  3. come dice maria le polemiche scoppiano nel momento in cui, l'Italia come stato laico impone la presenza del crocifisso, il che è gia un forte controsenso. Se il nostro paese fosse cristiano sulla costituzione non ci sarebbe alcun problema e il simbolo resterebbe li dov'è...stesso principio per il quale se andassimo in marocco, stato musulmano sulla carta, saremmo obbligate a indossare il velo.

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  4. Mi sembra doveroso rispettare l'articolo 7 della Costituzione Italiana che regola i rapporti tra stato e chiesa rifacendosi ai patti lateranenzi, firmati da Mussolini e modificati negli anni 80. Dunque, vivendo in un paese democratico e MULTIETNICO, la religione si limita alla vita privata di ciascun individuo ed è necessario non esporre simboli religiosi in luoghi pubblici inquanto deve essere lo stato, per primo, a dare ai cittadini una prova tangente di come seguire le leggi. Il crocifisso può esprime umanità ma di certo la STORIA ci insegna che la CHIESA non è stata poi così umana nelle crociate, nella caccia alle streghe, nelle guerre di espansione territoriale e di potere assoluto.

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  6. Ribadisco quello che ha detto Rosario.
    L'Italia si proclama a chiare lettere Stato LAICO.
    Dunque, in quanto tale, dovrebbe per lo meno garantire a noi studenti un'istruzione libera e totalmente indipendente da qualsiasi credo religioso.
    E' per questo che ritengo che la polemica scoppiata in questi giorni sia quanto mai inutile.
    Ho sentito parlare di un'eventuale rimozione del crocifisso in classe (del quale, benchè se ne dica, è impossibile non notarne la presenza) solamente nel caso in cui ci fosse stata la maggioranza degli alunni contro.
    SBAGLIATISSIMO.
    Per una volta qui non si tratta di democrazia, qui si tratta di attenersi alle leggi.
    Se l'Italia è laica il crocifisso va rimosso.
    Altrimenti si dichiari la religione cattolica religione di Stato, e nessuno si lamenterà più.
    Ma la cosa che più mi infastidisce di questa faccenda è che la storia del crocifisso è stata per molte persone, politici inclusi, un'occasione come un'altra per sfociare in stupide affermazioni razziste nei confronti degli extracomunitari.
    I soliti "predica bene e razzola male", che vanno al family-day ma hanno cinque famiglie nascoste e vivono di pretesti...
    E tra l'altro, sono anni oramai che in Italia si scontrano laici e non riguardo questi temi, ci voleva una finlandese per far gridare allo scandalo??

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  7. Accendendo la televisione domenica pomeriggio ho assistito ad un dibattito che si teneva in una nota trasmissione e l'argomento in discussione era la rimozione o la permanenza del crocifisso nelle scuole. Devo dire che la discussione si sviluppava, come spesso accade, con molta vivacità e proprio chi difendeva la permanenza del crocifisso nelle aule sembrava tutt'altro che assistito da Dio in quel momento di foga e agitazione. Ovviamente la mia riflessione è molto ironica e sto enfatizzando la situazione. Nonostante questo però devo dire che secondo me, e questo vale per diversi argomenti di cronaca, si sta insistendo molto su un punto che potrebbe essere risolto sulla base di quella democrazia che dovrebbe essere a fondamento del nostro paese. Il crocifisso è un oggetto ed essendo tale ha un dato valore (in quanto simbolo) per chi crede e non ne ha per chi non lo fa. A mio avviso la presenza di un oggetto che per chi non crede è senza valore non dovrebbe in alcun modo infastidire chi non si riconosce in questo e allo stesso modo l’assenza di questo stesso oggetto non dovrebbe far adirare coloro che credono in Dio. Proprio questi ultimi infatti avranno la certezza di essere assistiti da Dio anche in assenza del crocifisso proprio perché Dio risiede all’interno di loro e non è un oggetto a determinare la loro fede. Dunque, anche se secondo me l’assenza o la presenza del crocifisso non ledono alcun individuo, la soluzione al problema potrebbe realizzarsi permettendo ai diversi istituti di gestirsi autonomamente in relazione alle necessità di chi frequenta.

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